È il 1853, in Francia il secondo impero di Napoleone III è impegnato in varie guerre tra cui quella di Crimea. Il commercio si sta sviluppando e le viti a Pauillac, nella regione di Bordeaux, giunte seguendo le armate romane, sono sempre più rigogliose.
Nel cuore del Médoc la vita a corte del Barone e banchiere Nathaniel de Rothschild trascorre tra feste e ricevimenti. Amante del buon bere, per deliziare i suoi ospiti, decide di acquistare a un’asta Château Brane Mouton. È la nascita del leggendario Château Mouton Rothschild, chiamato così dall’unione dei due cognomi e inizialmente acquisito per uso privato.
La situazione inizia a cambiare già dall’anno successivo quando è il nipote Baron Philippe de Rothschild a prendere in mano l’azienda. L’anno della svolta è il 1924 quando Philippe decide di far imbottigliare tutto il vino prodotto e per la prima volta chiede al pubblicitario Jean Carlu di disegnarne l’etichetta. Con l’imbottigliamento sorgono i primi problemi di spazio e per ovviare a questa mancanza nel 1926 l’architetto Charles Siclis costruisce la spettacolare Grand Chai (La Great Barrel Hall). Un audace e ancora oggi impressionante esempio di architettura nonché un’ incredibile cantina a temperatura naturale.
Gli anni trascorrono sereni fino alla seconda guerra mondiale, un periodo difficilissimo per i Rothschild, nota famiglia ebrea. La moglie del barone muore in un campo di concentramento mentre la figlia Philippine riesce miracolosamente a salvarsi. La fine del nazismo e la pace vengono finalmente celebrate nel 1945 con un’etichetta disegnata dall’artista Philippe Jullian che riporta la V di vittoria per commemorare gli alleati. Questo simbolo è probabilmente di buon auspicio visto che il 1945 non solo è considerato uno dei migliori vintage di Mouton Rothschild ma è in assoluto una delle bottiglie più riuscite a livello mondiale. Da quest’anno si stabilisce anche la tradizione delle etichette illustrate, delle vere e proprie opere d’arte che hanno coinvolto artisti come Picasso, Chagall, Mirò, Braque, Tàpies, Francis Bacon, Dalì, Balthus, Jeff Koons e anche il Principe Carlo.
La fama di questo Château cresce sempre di più fin quando nel 1973 arriva il tanto atteso appellativo di Premier Grand Cru Classé da cui nella classificazione del 1855 era stato immeritatamente escluso. Mouton Rothschild entra così ufficialmente nella ristretta cerchia dei vini più importanti al mondo a cui di fatto era sempre appartenuto. Nel 1988, alla morte del Barone, la figlia Philippine de Rothschild abbandona la carriera di attrice per guidare il futuro dell’azienda. È a un’asta di Christies’s a Beverly Hills nel 2006 che il Mouton Rothschild 1945, 12 bottiglie acquistate a 290.000 dollari, viene proclamato il vino più costoso al mondo. Icona a tutti gli effetti, sono tanti i libri e i film in cui viene nominato. Compare ad esempio nel racconto di John Updike, “Friends from Philadelphia and other stories”, nel leggendario film “007, una cascata di diamanti”, nel breve racconto “Il Maggiordomo” di Roald Dahl e in una scena del film “Weekend con il morto”.
Dal 2014 sono i tre figli di Philippine che si occupano dell’azienda con competenza e passione. La proprietà è composta attualmente da circa 90 ettari di vigne prevalentemente Cabernet Sauvignon. Nella nostra ultima asta di novembre 12 bottiglie del 2000 sono state acquistate a 15.000 euro. Sicuramente il nome Mouton Rothschild è destinato a splendere ancora per moltissimi anni.
di Luisa Bianconi
IL DIPARTIMENTO DI VINI E DISTILLATI