Nel complesso e variegato mercato antiquario la figura del collezionista di autografi è una delle più interessanti. Al pari del bibliofilo che vuol possedere la prima edizione di un libro in quanto è quella che più si avvicina all’idea informatrice dell’opera, di quello stesso autore il collezionista di autografi cercherà di accaparrarsi un pezzo unico che porti con sé un alto valore simbolico: una sua firma o, ancor meglio, un suo autografo. Appassionante e affascinante, questa caccia è prevalentemente rivolta a personaggi celebri, dai grandi letterati, agli scienziati, agli artisti, agli uomini di stato, e può riservare molte sorprese.
Negli ultimi anni Aste Bolaffi ha ottenuto bei successi in questo campo, e la nuova stagione sarà anch’essa ricca di lettere, documenti e autografi di un certo rilevo. In grande crescita il mercato degli autografi musicali, tra i quali avremo il piacere di esitare lettere di Clara Schumann, Giacomo Puccini, Umberto Giordano e Giuseppe Verdi, quest’ultimo presente nella prossima vendita con numerose missive come quella indirizzata a Francesco Maria Piave nella quale il Maestro parla anche di politica. Schernendosi del suo lavoro come deputato egli scrive al librettista: “volendo o dovendo fare la mia biografia come membro del Parlamento, non ci sarebbe che da stampare nel bel mezzo di un foglio bianco, a grandi caratteri: i 450 non sono realmente che 449, perché verdi come deputato non esiste”. Ma il più inusuale dei cimeli verdiani in vendita è senza dubbio una ciocca di capelli del Maestro, proveniente dagli eredi di Giulio Ricordi, amico e sodale di tutta la vita.
Altra categoria attualmente di tendenza è quella degli artisti, dei quali si ricercano soprattutto autografi che trattano del loro lavoro. Nell’asta di dicembre avremo ad esempio una lunga lettera autografa di Gian Domenico Tiepolo e una del più importante pittore simbolista norvegese, una missiva del 1904 che Edvard Munch scrisse all’amico e corrispondente Max Linde nella quale si parla del celebre ritratto di Hermann Schlittgen che oggi si trova al Munchmuseet di Oslo e che all’epoca l’artista stava finendo di dipingere. Per quel che riguarda la poesia italiana segnaliamo infine la presenza in catalogo di una struggente lettera autografa di Ugo Foscolo ai suoi familiari spedita da Francoforte nel 1816, quando il poeta era in partenza per l’esilio londinese: “pregate iddio per me e state certi ch’io sto benissimo di salute, e che vado in Inghilterra con ottime speranze, e a cose ben preparate. addio, addio miei cari; addio dal fondo dell’anima mia addio; e tu madre mia, mandami la tua santa benedizione. Ugo
di Cristiano Collari