Il manifesto del 1899 dedicato al bitter Campari, top lot dell’asta bolaffi del 26 settembre 2013 nella sezione dei manifesti pubblicitari, porta la firma di Adolfo Hohenstein, uno dei più noti e ricercati affichistes italiani.
Nato nel 1854 a San pietroburgo da famiglia di origine tedesca, Hohenstein si formò artisticamente a Vienna, trasferendosi in seguito a Milano, dove assi- milò le tendenze della nascente Art nouveau. Trasferì questa sua esperienza artistica nei lavori che realizzò come scenografo alla Scala e per altri teatri cittadini. Entrato in contatto con giulio ricordi, su mandato del grande editore musicale Hohenstein realizzò, tra gli altri, i manifesti per la bohème, tosca e Madama butterfly di giacomo puccini. Agli stessi anni risalgono le collabora- zioni con il quotidiano corriere della sera e con numerose aziende, in Italia e all’estero. La scelta di Hohenstein quale cartellonista per l’immagine della Campari si inserisce nel contesto di una più ampia strategia pubblicitaria messa a punto dall’azienda, che negli ultimi anni dell’otto-
cento, oltre allo stesso Hohenstein, ingaggiò artisti famosi quali Leopoldo Metlicovitz, Adolfo Magrini e Marcello dudovich per reclamizzare i propri pro- dotti. A Novecento inoltrato la Campari avrebbe poi affidato il proprio messaggio pubblicitario alle espressioni grafiche più avanzate rappresentate da Leonetto Cappiello, Fortunato depero, Marcello Nizzoli, Nicola diulgheroff, ma è proprio a partire da Hohenstein che la Campari dimostra l’attenta ricerca di una specifica qualità grafica che sia allineata e conforme all’immagine moderna che l’azienda intende attribuire a se stessa e ai propri prodotti. E Hohenstein fa cen- tro, ponendo la stessa enfasi grafica sul prodotto (bitter) e sul produttore (campari). Aggiunge inoltre un dettaglio apparentemente secondario che diventerà invece un fattore ricorrente nella comunicazione aziendale: la bottiglia di soda, che rende chiara la modalità corretta di consumare il bitter.
Pittore, pubblicitario, illustratore, scenografo e figurinista affermato, dopo aver la- vorato in Italia per parecchi anni, negli anni dieci Hohenstein fece ritorno in ger- mania, dove firmò anche numerosi cartelloni di mostre ed esposizioni d’arte. Morì a bonn nel 1928.
Di Alberto Ponti