I SINGLE MALT DA LEGGENDA: MACALLAN


Per chi si affaccia solo ora al mondo dei whisky scozzesi, potrà sembrare normale acquistare un Single Malt, cioè whisky di malto d’orzo, distillato in una sola distille- ria con alambicchi tradizionali, scegliendo tra decine di referenze e imbottigliamen- ti. Si tratta di una “fortuna” dei giorni nostri, decretata dalla grande popolarità che il whisky scozzese ha avuto negli ultimi venti anni. Per tutto il ‘900 i Single Malt sono serviti principalmente ad arricchire le miscele per i blended whisky e l’affermazione di marchi celeberrimi come Johnnie Walker e Chivas.
 
Proprio perché i Single Malt sono stati sempre una piccola nicchia del mercato, tuttora  nel loro periodo di massima popolarità sono meno del 10% del mercato, è piuttosto raro trovare bottiglie datate e tanto meno con specificata la data di distil- lazione, o millesimo, se volessimo utilizzare una terminologia enologica. L’eccezio- ne più evidente e conosciuta è sicuramente Macallan, il cui nome, probabilmente, deriva dalle parole gaeliche ‘Magh’, terreno fertile, e ‘Ellan’, dal nome del monaco irlandese St Fillan che ha diffuso in Scozia il Cristianesimo nell’VIII secolo.
 
I piccoli alambicchi di Macallan, talmente famosi da essere rappresentati sul retro di una banconota da 10 sterline della Bank of Scotland, sono cresciuti in numero negli anni. La Macallan di oggi sfrutta sapientemente  la fama costruita negli anni ed è una potente  macchina commerciale che immette sul mercato tante edizioni limitate e già “collezionabili” dalla loro uscita ma che certamente ha perso parte del fascino e del carattere di un tempo fornito in gran parte dalle botti di sherry usate per la maturazione e da quel lieve sentore  di fumo che rimaneva nel bicchiere. La costruzione di una grandiosa e modernissima distilleria da sedici mi- lioni di litri, dal costo di circa cento milioni di sterline, decreta sicuramente una ulteriore cesura nella storia di Macallan. Storia che inizia ufficialmente nel 1824 grazie ad Alexander Reid che compra le proprietà attorno  a quello che è ancora il simbolo della distilleria, la Easter Elchies House, risalente al ‘700. Reid, oltre che insegnante, era un coltivatore di orzo e impiantò la distilleria nella piena tradizione agricola del tempo, in cui si distillava durante l’inverno il surplus di orzo.
 
L’Italia ha avuto un ruolo di primo piano nella storia del Single Malt e nella costru- zione della leggenda di Macallan. Possiamo tranquillamente affermare che l’Italia è stata l’arca di Noè del whisky, capace di tramandare tantissime vecchie bottiglie grazie alla lungimiranza e all’attenzione alla qualità e alla esclusività da parte degli importatori e dei collezionisti che, spesso, erano loro stessi importatori, esercenti o ristoratori, amanti delle eccellenze da condividere con la propria clientela. Ancora oggi, sebbene i consumi di whisky siano molto calati, l’Italia è tra i primi consumato- ri al mondo di Single Malt. Il ruolo degli italiani è ben descritto in modo affascinan- te nel libro “Single Malt, an Italian passion” di Umberto Angeloni e non dovremmo sorprenderci se in qualche whisky bar in giro per il mondo la maggior parte delle vecchie bottiglie siano di provenienza italiana.
 
Quali sono le bottiglie più celebri di Macallan?  La lista sarebbe lunga ma possiamo citare un paio di esempi: il primo è la serie “Red Ribbon”, caratterizzata appunto dal nastro rosso e dalle etichette  in stile manoscritto, alcune distillate alla fine degli anni ’30 e quelle con anno 1957, imbottigliate nel 1982, che celebrano i venticinque anni di importazione del marchio in Italia da parte della Rinaldi di Bologna; il se- condo riguarda l’usanza di commemorare i royal marriage, tra cui quello di Carlo e Diana, celebrato nel 1981, risultato dell’assemblaggio di whisky distillati negli anni di nascita dei consorti.
 
Non è un caso che il compianto Michael Jackson, il più noto scrittore inglese di whisky e grande estimatore  della distilleria, abbia definito Macallan “the rolls- royce of Single malt”.