MACHINAE NOVAE, TECNOLOGIA E SCIENZA NEL RINASCIMENTO


L’asta di giugno si annuncia particolarmente appetitosa per i collezionisti di libri scientifici per la presenza di una nutrita sezione di opere sui macchinari e sulle prime tecnologie. Tra le numerose opere presenti in catalogo, primeggiano per importanza e rarità i volumi di Valturio, Agricola, Vegezio, Biringucci, Veranzio, Branca, Zonca e Ramelli, ovvero i maggiori capolavori dal Quattro al Seicento su questo argomento.

Il De re militari di Roberto Valturio (1405-1475) del 1472, dedicato a Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, viene giustamente considerato il primo libro di tecnologia moderna. L’opera, riccamente illustrata, vanta proprio il primato di essere il primo libro con illustrazioni scientifiche “made for informational rather than decorative or religious purposes” (Jeremy Norman, History of Information). L’esemplare in asta si presenta inoltre con una bella colorazione coeva. “… the illustrations are the first true Italian book illustrations, probably after designs by Matteo de Pasti, the medallist and pupil of Alberti. They were preceeded in Italy only by a blockbook […] and the 1467 Rome edition of Torquemada which contains a series of rather crude woodcuts probably designed under German influence” (Printing and the Mind of Man no. 10). Inoltre si tratta del primo libro a essere stampato a Verona e secondo libro italiano che contiene illustrazioni.

L’opera ebbe un’ampia divulgazione: ne possedevano copie Luigi XI di Francia, il re d’Ungheria Mattia Corvino, il duca di Urbino Federico da Montefeltro e Lorenzo de’ Medici. Anche Leonardo da Vinci, dal 1502 al servizio di Cesare Borgia in veste di architetto militare e ingegnere capo, ne fece uso per i suoi disegni di apparati militari.

Undici anni dopo, precisamente il 13 febbraio del 1483, esce sempre a Verona dai torchi di Bonino de’ Bonini (famoso per la sua Commedia illustrata di Dante del 1487) una seconda edizione latina, seguita dopo soli quattro giorni dalla prima edizione volgare a cura di Paolo Ramusio. Entrambe le edizioni saranno presenti nell’asta di giugno. L’esemplare della versione latina si presenta sempre in bella colorazione coeva.

La scuola di ingegneri italiani sulle orme di Valturio fiorisce proprio un secolo dopo, tra Cinque e Seicento. Nel 1556 esce postuma la prima edizione del trattato De re metallica di Georg Agricola (1494-1555) che si dedica all’estrazione e alla lavorazione dei minerali, materiali che servivano proprio per la costruzione di macchine di ingegneria e di guerra. Il testo, con il suo bell’apparato illustrativo, rimase valido per quasi due secoli con numerose edizioni anche in lingua tedesca e italiana. Nel 1588 Agostino Ramelli (1531-1608) pubblica a Parigi Le diverse et artificiose machine, che presenta varie macchine da lavoro, da guerra, di uso domestico, automatiche, idrauliche e pneumatiche, tutte di sua invenzione. L’opera ebbe una significativa influenza sullo sviluppo della meccanica europea.

E non dimentichiamo le Machinae novae di Fausto Veranzio (1551-1617), opera pubblicata a Venezia intorno al 1616. Il trattato comprende 49 innovazioni tecnologiche accompagnate da figure illustrate e da una descrizione in italiano, latino, tedesco, spagnolo e francese. L’autore, che passò vari anni alla corte dell’imperatore Rodolfo II, fu amico di Keplero e Tycho Brahe, scienziati particolarmente interessati alle novità scientifiche. Il suo “Homo volans” rappresenta la prima raffigurazione a stampa di un paracadute. La rarità dell’opera, con pochi passaggi in asta, deriva prevalentemente dal fatto che fu pubblicata a spese dell’autore in una tiratura molto ristretta.

Questi sono solo gli esempi più celebri che affiancano le altre numerose opere di argomento scientifico e tecnologico presenti nell’asta estiva.
di Annette Pozzo

IL DIPARTIMENTO DI LIBRI E MANOSCRITTI