SUA MAESTÀ LA SOVRANA DEL REGNO UNITO


La Sovrana, o Sterlina come oggi la conosciamo, nasce nel 1817 ma la sua origine risale al 1489, quando Enrico VII operò una riforma monetaria che introdusse un nuovo tipo di moneta d’oro che legava il proprio valore al Pound Sterling, fino a quel momento semplice unità di conto.

La nuova moneta presentava al diritto un maestoso ritratto del sovrano, uno dei primi a mostrare il Re di fronte, da cui derivò il nome Sovrana (Sovereign) che continuò a caratterizzare gli esemplari anche successivamente. Se questa prima emissione aveva un titolo pari a 23 carati, sarà Enrico VIII a ridurne la purezza a 22 carati decretando lo standard delle monete d’oro del Regno Unito, colonie comprese, ancora oggi vigente. 

Giacomo I, nel 1604, interruppe la coniazione della Sovrana che fu sostituita prima dalla Unite, poi dal Laurel, e infine dalla Guinea. Passano oltre due secoli e si giunge al 1817, anno della reintroduzione della Sovrana come moneta di riferimento dell’Impero britannico. Ma come si arriva alla creazione del nuovo conio? I venticinque anni precedenti il 1817 vedono il governo anglosassone fronteggiare prima le armate della Francia rivoluzionaria (1792-1802) e poi quelle napoleoniche (1803-1815), un lungo impegno militare che logora le finanze dell’Impero minando la solidità economica del Paese. Il primo passo per dare stabilità alla moneta è il great recoinage del 1816 che decreterà la reintroduzione delle coniazioni in argento e l’abbandono della Guinea da 21 Scellini, a favore di una più leggera Sovrana del valore di 20 Scellini e del peso ridotto di 113 grani (7,3224 g.) di oro puro.  L’innovazione non fu solo tecnica, ma anche estetica: la nuova moneta d’oro (ma anche quelle in argento) presentava la celebre raffigurazione di San Giorgio e il drago realizzata dal famoso incisore italiano Benedetto Pistrucci, rappresentazione presente ancora oggi sulle Sterline e sostituita in pochissime occasioni in duecento anni di coniazioni.

La Royal Mint impose un peso minimo tollerato (7,93787 grammi contro gli originari 7,98805) al di sotto del quale la moneta non poteva scendere se voleva mantenere il proprio valore legale. Si è stimato che un pezzo potesse circolare per circa 15 anni prima che il peso diminuisse al di sotto del minimo previsto; infatti durante il lungo periodo vittoriano furono molte le Sovrane ritirate dalla circolazione perché usurate o rovinate, per poi essere nuovamente coniate. 

Il regno di Vittoria fu anche quello che vide il maggior numero di variazioni del conio della Sovrana: se la prima emissione del 1838 presentava il profilo giovanile della Regina, rimasto inalterato fino al 1887, accoppiato prima allo stemma imperiale e poi al più classico San Giorgio, dal 1887 al 1893 il busto viene ridisegnato per celebrare il golden jubilee, mentre dal 1893 fino al 1901 avremo un raffigurazione più matura Il successo della Sovrana e l’estensione dell’Impero Britannico portarono alla coniazione di grandi quantità di monete d’oro fino alla Prima Guerra Mondiale, quando il Regno Unito uscì ufficialmente dal gold Standard. Non è un caso che l’esemplare con data 1917 coniato a Londra, ultimo anno per questa zecca, sia anche una delle massime rarità per questa tipologia.

Da allora fino al 1932 le Sovrane furono prodotte nel che di Melbourne, Sydney, Pert Ottawa e Pretoria. Solo nel 1925 ci fu un breve ritorno di Londra fra le zecche citate, all’interno del tentativo, fallito, di Winston Churchill di rientrare nel Gold Standard. L’ultima emissione regolare fu quella del 1932 a Pretoria. Ancora nel 1937 Giorgio VI volle una serie di monete in oro, fra cui la Sovrana appunto, realizzata in soli 5.001 esemplari in versione fondo specchio: non più una coniazione per la normale circolazione, bensì un’emissione dedicata espressamente ai collezio sti. Nel 1957, con Elisabetta II sul trono britannico, ne ripresa la produzione su larga scala delle Sovrane  per due motivi principali: in primo luogo, per soddisfare l'enorme richiesta mondiale di monete auree; in secondo luogo, per contrastare la larga produzione di monete contraffatte immesse sul mercato e provenienti dalla Siria, dal Libano e dall’Italia. 

Un successo trasversale per la moneta d’oro più conosciuta al mondo, capace di essere da un lato oggetto di importanti collezioni numismatiche e dall’altro il principale esemplare da investimento aureo a livello internazionale. Sarà, in ultimo, anche una delle protagoniste della prossima asta numismatica Bolaffi, che si terrà in autunno e presenterà un’ampia collezione di Sovrane moderne, dal primo esemplare datato 1817 fino alle ultime coniazioni. Una raccolta quasi completa che consta di esemplari collezionati in oltre trent’anni, in massima parte di qualità selezionata e con rarità di difficile apparizione sul mercato. Un altro trono conquistato da Sua Maestà la Sovrana.

di Gabriele Tonello