UN PO' D'EGITTO A TORINO


«La strada per Menfi e Tebe passa da Torino». Queste le parole pronunciate da Jean- François Champollion (1790-1832), egittologo arrivato nel 1824 nella capitale pie- montese per studiare la raccolta egiziana di bernardino drovetti. Lo stesso pensiero ha contraddistinto la scelta di inserire nell’asta del 30 ottobre scorso la famosa princeps dell’opera i monumenti dell’egitto e della nubia di Ippolito rosellini (1800- 1843), pubblicata a pisa dal 1832 al 1844 e mai apparsa in un’asta italiana. L’esemplare, di eccelsa provenienza, faceva parte della biblioteca del duca di genova, di cui ancora conserva lo stemma e l’ex libris reale.
Tra le maggiori per autorevolezza e importanza prodotte nell’ottocento, questa monumentale opera di Champollion e rosellini inaugurava la considerazione scien- tifica della civiltà egiziana e l’esplorazione dell’Egitto, una vera e propria febbre scoppiata in Europa all’indomani delle campagne di Napoleone. La pubblicazione consiste in nove volumi di testo e tre grandi volumi in folio di planches e contiene i risultati della spedizione franco-toscana ideata e guidata da Champollion, al quale spetta il merito imperituro di aver decifrato i geroglifici nel 1822 grazie alla Stele di rosetta. Lo coadiuvava l’allievo e amico rosellini, orientalista
dell’Università di pisa. Finanziata da Carlo X di Francia e da Le- opoldo II di Lorena, granduca di Toscana, la missione intraprese un avventuroso viaggio che la portò in circa quindici mesi, tra il 1828 e il 1829, a visitare i principali siti egiziani – giza, Saqqara, Menfi, beni Hassan, Tebe, File – arrivando fino ad Abu Simbel e Wadi Halfa in Nubia. 
La vivacità e l’accuratezza delle osservazioni raccolte durante il viaggio si manifestano e trovano testimo- nianza nel ricco apparato iconografico che adorna l’e- dizione, arricchita da numerose tavole a piena pagina e ripiegata. Si tratta precisamente di 12 tavole ripiegate e 44 a piena pagina nei nove volumi di testo e 390 tavole litografiche nei tre volumi in folio grande, di cui 136 con una coloritura coeva. gli obiettivi erano la documenta- zione dei monumenti dell’antico Egitto, allora ancora in gran parte ignoti, e la costituzione di collezioni di anti- chità egizie. Alla conclusione del viaggio, Champollion produsse la notice sommaire sur l’histoire de l’egypte (paris, Firmin didot, 1833), mentre rosellini pubblicò i Monumenti dell’egitto e della nubia, messi all’incanto a Torino il 30 ottobre. Al termine della missione, lo studioso italiano riportò in Toscana una massa imponente di materiale con più di mille pezzi di antichità egi- zie, che andarono ad arricchire le collezioni dei Lorena, altrettanti disegni e note manoscritte, una raccolta naturalistica e persino una mummia.
Il successo andò ben al di là della semplice raccolta di antichità (come si era fat- to fino ad allora), poiché le copie e i rilievi dei monumenti presentati in Europa resero possibile l’inizio di un lavoro filologico di riordinamento della storia egizia antica. La spedizione di Champollion e rosellini fu infatti la prima con intenti esclusivamente scientifici, nonché primo esempio di collaborazione internazio- nale tra studiosi ad alta efficacia. 
 
Annette Popel Pozzo